Chiunque sia stato stato il padre di una malattia, una alimentazione non corretta ne è stata la madre. (George Herbert)
La vitamina B12 si deve per forza integrare in diete vegetariane o vegane? E in quelle onnivore?
Partiamo dalla fine cioè vediamo prima che effetti la carenza di vitamina B12 può avere sulla nostra salute e poi capiamo come viene prodotta.
La carenza di vitamina B12 può avere effetti neurologici ed ematologici, che vanno dalle manifestazioni più lievi come affaticamento e parestesia, a gravi conseguenze come pancitopenia ossia una riduzione numerica di tutte le cellule presenti nel sangue (eritrociti, globuli bianchi e piastrine) e degenerazione del midollo spinale [1-2].
Ci sono prove che suggeriscono che la carenza di vitamina B12 è associata ad un maggiore rischio di osteoporosi[3], carcinoma gastrico e condizioni autoimmuni, come tiroiditi, diabete mellito di tipo 1 e vitiligine [4].
Ha un ruolo fondamentale nella conversione dell’omocisteina a metionina, che è essenziale per la sintesi di DNA e RNA. Una sua carenza può quindi portare ad un aumento della concentrazione dell’omocisteina.Elevati livelli di omocisteina sono stati correlati a diverse patologie come trombosi [5], malattie neuropsichiatriche [6-7], microalbuminuria (forte indicatore di rischio cardiovascolare e disfunzione renale [8])
Ma.. cos’è la vitamina B12 e come viene prodotta?
La vitamina B12 (cobalamina) è una vitamina solubile in acqua che è derivata da prodotti animali come la carne rossa, latticini e uova [9].
Questo quello che viene scritto in molti lavori scientifici senza poi specificare che la vitamina B12 è una vitamina insolita in quanto non è sintetizzata né dalle piante NE’ dagli animali ma esclusivamente da batteri e archea [10].
E salvo poi specificare che i prodotti animali che contengono vitamina B12 sono quelli derivanti da ruminanti, alimentati naturalmente infatti i ruminanti sono in grado di assorbire la vitamina B12 prodotta dai microbi che risiedono nel rumine, un organo digerente ricco di microbi, situato a monte del piccolo intestino [11].
Nell’uomo, e nei mammiferi in generale, la vitamina B12 prodotta dalla microflora intestinale rappresenta una minima quantità e inoltra la vitamina B12 prodotta nel colon dove i microbi sono in maggior numero non è biodisponibile perché i recettori necessari all’assorbimento di questa vitamina si trovano nell’intestino tenue, a monte del sito di produzione della vitamina [12].
Fanno eccezione i mammiferi che praticano coprofagia (che direi che non è una caratteristica dell’uomo moderno): questi animali consumando le proprie feci permettono alla vitamina B12 prodotta nel colon di raggiungere la parte superiore del tratto digestivo dove può essere assorbita [13]. E’ stato dimostrato che molte alghe sono ricche di vitamina B12. Questo è dovuto ad un rapporto simbiotico importate con alcuni batteri che laproducono [14].Verdure lavate abbondantemente (magari con prodotti che eliminano i batteri e fortemente pubblicizzati) e cresciute in modo non spontaneo non possono creare questo rapporto simbiontico con i batteri presenti nel terreno per cui sono carenti di vitamina B12.
Vediamo come avviene l’assorbimento della B12.
In soggetti sani, la vitamina B12 si lega ad una proteina chiamata fattore R, secreto dalle ghiandole salivari. Quando questo complesso arriva al piccolo intestino, alcuni enzimi pancreatici rompono il complesso Fattore R-Vit B12, consentendo a quest’ultima di legarsi ad una glicoproteina chiamata fattore intrinseco, che viene secreto dalle cellule parietali gastriche. Il complesso appena costituito, B12- fattore intrinseco, può quindi legarsi ai recettori dell’ileo e in questo modo la vitamina B12 può essere assorbita.
La B12 in eccesso è immagazzinata nel fegato; tuttavia, nei casi in cui la B12 non può essere assorbita per un periodo prolungato (ad esempio, per insufficienza alimentare, malassorbimento, mancanza di fattore intrinseco), i depositi epatici si esauriscono e si verifica una carenza.
Ma a cosa può essere dovuta una carenza?
La causa più comune oggi è il malassorbimento [2] e in particolare sembra che il nostro organismo sia incapace di rompere i legami tra vitamina B12 e proteine a cui è legata nel cibo impedendone l’assorbimento.
Questo perché gastrite, gastrectomia o uso di inibitori (PPI) di pompa protonica o antiacidi, provocano una diminuzione della secrezione di acido cloridrico, riducendo così la liberazione della vitamina B12 dalle proteine alimentari [15].Recenti studi hanno dimostrato un’associazione dipendente dal tempo tra utilizzo di inibitori di pompa protonica o antagonisti del recettore H2 dell’istamina e sviluppo di carenza di vitamina B12. Il rischio diminuisce (per fortuna) notevolmente dopo la sospensione del farmaco. Utilizzo diffuso di antiacidi possono quindi portare ad un deficit di vitamina B12 che può passare inosservatoi a causa della scarsa informazione in merito e della mancata consapevolezza.
Anche l’uso di metformina ha un impatto simile [16].
Detto questo, l’innaturale trattamento degli animali negli allevamenti intesivi con una alimentazione non più prettamente vegetale ha ridotto la quantità di vitamina B12 prodotta dai batteri contenuti nel rumine con conseguente necessaria integrazione anche in questi animali.
Perciò, se è vero che diete vegane e vegetariane possono portare ad una carenza di questa vitamina è vero anche che l’assunzione di carni da allevamento intensivo non risolve il problema.
Quindu per rispondere in modo sintetico alla domanda: si, è necessario assumere integratori di vitamina B12 in diete vegane e vegetariane ma soprattutto è importantissimo dosare questa vitamina anche tra gli onnivori e nel caso di carenza, supplementarla.
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